Le stanze dove ogni tanto torno a vivere sono fatte di cose che ho dimenticato.
Perché ho dipinto quel che non esiste ed ho solo inventato.
Anche se questi posti hanno un nome di città e un indirizzo e un numero, e ogni tanto arriva posta.
Oppure sono grandi spazi aperti che mi piaceva non andare a visitare.
Questi posti non esistono.
Ma così i miei ricordi possono tornare là dove la mia fantasia ha inciampato, inventato una cosa che non c’era, consumato un pasto che non ho mai assaggiato, ospitato gente che non ho mai conosciuto.
Le mie stanze sono la mia burla a me stesso, per ricordare una cosa che non voglio dimenticare.
Portarsi dietro una tela è più facile che andare a visitare un luogo che non c’è mai stato.
È l’inganno che faccio alla mia memoria perché non deve annoiarsi.
Questi sono quindi i luoghi dove non ho mai vissuto ma a cui più sono affezionato.
E non sono un’ istantanea, sono anni.
Sono la mattina e sono la sera: tutte le luci del giorno in un'unica volta. Fa caldo e fa freddo assieme. Sono sazio ed affamato. E sono sbagliati e giusti, dipende.
Sono il ricordo di una cosa inventata che esiste davvero, sono la mia memoria che si muove lenta.
Per questo sono di una materia che sembra la marmellata.
le stanze dove ogni tanto torno a vivere sono luoghi che ho davvero amato.